Bonding

Bonding, Il profumo della pelle  

Il profumo della pelle del tuo bambino appena nato è qualcosa che ti accompagnerà per un lungo periodo. È quella cosa che andrà a sprigionare tutti i tuoi sensi.
L’olfatto, certo! Ma pure il tatto verrà coinvolto, la vista, anche il gusto…perché ti sembrerà di assaggiare un frutto delicato ed intenso. Questo é il bonding.

Racconto

Il ricordo più forte che ho del mio bambino, Demis, è proprio quello della morbidezza della pelle. Con lui decisi per il parto in acqua. Ricordo bene ancora il momento che mi fu appoggiato sul petto. Era morbido. Sembrava di sfiorare il velluto o un petalo delicato di una rosa. Non riuscivo a smettere di accarezzarlo e lui piano, piano si avvicinava al seno e cominciò a succhiare il prezioso colostro. Magia pura. Sono quei momenti che ti apparterranno sempre. Il bonding.

Il bonding è quel legame profondo che si stabilisce subito dopo la nascita tra la mamma e il bambino. Quel legame che facilita l’allattamento, che fa nascere quel profondo sentimento di protezione e accudimento, quel naturale e sano attaccamento che acuisce l’intuito della mamma e la fiducia del bambino che, per l’appunto si sente accolto, protetto, amato.

È così che comincerai ad innamorarti del tuo bambino, che inizierai a formare quel legame che durerà tutta la vita. Carezze, sguardi intensi, dove ti sembrerà di navigare nell’infinito.

In realtà questo speciale legame, spesso, inizia già in gravidanza eppoi va a portarsi alla sua massima potenza nelle prime settimane di vita del tuo bambino.

Dove si pratica il bonding

Ormai e per fortuna, dico io, in diversi ospedali, cliniche, case del parto (qui è assicurato) viene praticato il bonding. Il piccolo arriva al mondo e viene adagiato sul petto della mamma. Iniziano i primi sguardi, l’ascolto della voce che diventerà sempre più familiare, le carezze. È Importante nelle prime ore dopo la nascita che mamma e bambino possano stare a contatto pelle a pelle, e cominciare a conoscersi anche attraverso lo sguardo, la voce, il profumo. Dialoghi fatti di sensibilità, intuizione, di odori, di suoni e contatto fisico che passano tra mamma a bambino.

Nel Paese dove vivo, Svizzera, è data molta attenzione a questo particolare momento e, rispetto al passato, una volta constatato che tutto va bene, non si pensa nell’immediato al peso del bambino e a quanto è lungo. Per quello c’è tempo. Si dà valore alla relazione mamma/bambino/papà.

Il papà e il bonding

man person cute young
Photo by Pixabay on Pexels.com

Il papà, forse, è una di quelle volte dove si permette di mostrare le sue emozioni, eh sì, perché nonostante oggi si pensi che l’uomo abbia più facilità a mostrare la sua parte emozionale, in realtà, non sempre per lui è così spontaneo, ma davanti al proprio bimbo e alla donna che lo ha reso tale, la maggior parte si scioglie e mostra il suo lato più sensibile e delicato. Fa, quasi, dico quasi, tenerezza.

Al papà va data la possibilità di lasciarsi coinvolgere. In questo modo mette le fondamenta per un solido legame affettivo con il suo piccolo. Un legame che durerà tutta la vita. Senza scordarsi che è l’intero benessere della famiglia a beneficiarne.

Insomma, il papà, non potrà allattarlo al seno, ma può prendersi cura del piccolo come la mamma. Può prenderlo in braccio e ti posso assicurare che è incredibile come per magia, in braccio a papà i pianti possano finire, soprattutto se parla al piccolo con voce bassa o, ancora meglio, canticchia una canzone. Non per forza una ninna nanna, anche qualcosa che a lui piace parecchio. E se fosse stonato? A chi importa? Non di sicuro al bimbo che si sentirà protetto e rassicurato fra le braccia di papà.
 Può portarlo a passeggio, e perché no? anche nella fascia. Conosco tanti papà che amano sentire il loro cucciolo così vicino a sé.
 Può cambiare il pannolino, fargli il bagnetto e, cosa che io suggerisco a gran voce può praticare il massaggio infantile. Sai quanto bene fa ad entrambi?

E tutto ciò anche a beneficio della mamma che può prendersi del tempo per sé stessa, farsi una coccola che fa sempre bene, e rilassarsi.

Oltre a ciò  è risaputo che il bonding e il contatto profondo con il bebè, aiutino a tenere lontana la depressione post-parto.

E se non scattasse quella scintilla?

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Potrebbe succedere che per motivi diversi non senti da subito quel legame così forte con il tuo bambino, ad esempio con un parto cesareo. Tra l’altro da qualche tempo ci sono dei medici che praticano il parto cesareo dolce, una delle accortezze è quella che la mamma indossa una fascia tubolare che al momento che nasce la creatura viene subito utilizzata proprio per favorire il bonding. Si permette così al neonato di trovare calore, conforto e nutrimento.

Se così non dovesse essere, in un secondo tempo in un ambiente tranquillo, potresti avvolgerti in una coperta a stretto contatto pelle a pelle con il tuo bebè. Ciò che conta è il contatto che si stabilisce tra mamma e bambino attraverso la pelle e lo sguardo. Chiaramente, ciò può avvenire anche con l’allattamento con il biberon. È da sfatare che il bonding avviene solo con l’allattamento al seno. Ci sono anche studi scientifici che lo smentiscono. Importante è proprio lo sguardo, la voce dolce, accarezzevole. Non importa se non comprende il significato delle parole, quello che gli arriva è attraverso il suono della tua voce.

I primi giorni ti serviranno per conoscerlo, comprendere come esprime i suoi bisogni, che spesso è attraverso il pianto, che, nella maggior parte dei casi, è un’espressione di bisogni, non di dolore. Vedrai che giorno dopo giorno affinerai la sintonia emotiva.

Prenditilo quel tempo necessario per instaurare un dialogo speciale e intimo.
Non preoccuparti!
Si può recuperare.

Sintonia emotiva

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È quell’accordo che si sviluppa tra mamma (papà) e bambino che nasce dal dialogo fatto di sguardi, contatto fisico, di odori e la voce che anticipa ciò che si andrà a fare.
Adesso cambiamo il pannolino”
 e mentre lo fai lo rendi partecipe con la voce che racconta cosa sta accadendo, il tatto.
Ci si mette in ascolto del bambino e i suoi bisogni.

 È questa la sintonia emotiva, dove ti metti in ascolto dei suoi bisogni e ti sintonizzi sulle sue emozioni accogliendo con empatia le sue espressioni, il suo stato d’animo.
Praticamente è come quando ci si innamora. In fin dei conti è di questo che parliamo, di Amore.

Cultura del non contatto

La tua pancia è stata per lui un ambiente confortevole e caldo, con poco spazio e dove veniva cullato dal tuo movimento costante anche quando eravate fermi entrambi e pure il tuo respiro lo cullava. Ecco il motivo per il quale ama stare in braccio ed essere cullato.

 Viviamo in una cultura dove si pensa e si dice che prendere in braccio il bambino e coccolarlo non va fatto perché si vizia. E quindi?  Un bambino va lasciato piangere, lasciato nella sua tristezza per paura di viziarlo? E viziarlo da cosa?

Non dimentichiamo che noi esseri umani siamo prima di tutto mammiferi, il contatto è la nostra norma biologica. Ci sono studi scientifici  che dimostrano che il contatto va a favorire uno sviluppo emotivo e cognitivo equilibrato del bambino.
Non hai bisogno di rispondere in maniera scientifica o giustificarti con chi ti dirà: “tieni il bambino sempre in braccio
Tu sorridi e lascia andare.

Ci saranno sempre amici, conoscenti, nonni, parenti, perfino alcuni medici, che  spesso ti suggeriranno di non coccolare troppo il tuo bambino per non viziarlo.

Quello che non sanno è che ogni volta che rispondi ai suoi bisogni con coccole e contatto significa accoglierlo, farlo sentire protetto e renderlo sicuro, non significa viziarlo e se significasse ciò considerando il patrimonio di fiducia che gli stai dando…ben venga il vizio.

Il tuo piccolo comprende che può fidarsi di te perché sei pronta e disponibile a prenderti cura di lui. Sei pronta ad accogliere i suoi sentimenti, emozioni.

E con tutto questo getti quelle fondamenta che vanno a rafforzare le basi per una relazione di fiducia che durerà nel tempo.

È da qui che partiamo per costruire un mondo migliore per le generazioni future.

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